Dopo 75 anni siamo di nuovo occupati a resistere ad una condizione avversa che limita la nostra libertà, e non sono poche le analogie tra la nostra resistenza ed il nostro desiderio di tornare liberi e quelli che hanno vissuto i nostri nonni.
Ecco perché, oggi come allora, si sente il bisogno di guardare al di là del pericolo, per trasformare la paura e la sofferenza nella sicurezza che tutto questo passerà e che torneremo ad essere liberi e felici.
Non voglio annoiarvi ricordando quello che successe, ma solo condividere un piccolo pensiero dedicato a questo nostro, nuovo giornalino, in questo giorno tanto importante per tutti noi.
Questa mattina mi son svegliato con in testa una vecchia canzone. Non la solita Bella Ciao, ma una scritta da Italo Calvino molti anni dopo la sua partecipazione alla lotta partigiana, in cui racconta come dei ragazzi trovassero il coraggio e la forza di spingersi oltre un ponte presidiato dai nazisti per liberare un paesino di montagna.
Le parole della canzone mi hanno fatto venire in mente il neonato Le Oncherugge, concepito proprio dalla necessità di guardare Oltre il ponte che è in mano al nostro insidioso nemico attuale (il virus) e di sentirsi già liberi e vittoriosi.
Per celebrare la Liberazione e la nostra voglia di resistere, immaginandoci già oltre il ponte, voglio dedicare al nostro Leoncino, a tutti noi, a tutta l'Italia, e a tutti coloro che in tutto il mondo in questo periodo stanno resistendo Oltre il ponte, cantata dal Cantovivo di Alberto Cesa, un caro amico che non c'è più.
Perdonatemi per questa condivisione "personale".
Buona Festa della Liberazione e Buona Resistenza
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